Dialogo con le comunità locali e il territorio

dialogo_con_comunita_locali_e_territorio_1Un grande progetto di trasformazione territoriale, come quello dell’area D3 di Rozzano, implica anche – forse soprattutto – un’adeguata responsabilità sociale, una “utopia realista” per utilizzare un’espressione di Edgar Morin. E se un’utopia è tipicamente una visione ideale e razionale del mondo priva di localizzazione geografica, un’utopia realista è al contrario l’idea di un luogo concreto, pensato per vivere e per perseguire valori di bene comune; non il frutto di una credenza dogmatica, ma il tentativo di una risposta operativa ai problemi dell’esistenza contemporanea. E un’utopia realista è anche stile di lavoro nel quale competenze, sensibilità e obiettivi diversi – anche potenzialmente divergenti – si confrontano costruttivamente in una prospettiva comune.

Luigi Pezzoli
Presidente Brioschi Sviluppo Immobiliare spa

 

Un buon esempio del modo in cui Brioschi coinvolge la comunità locale e lavora insieme alle istituzioni e a tutte le realtà del territorio nello sviluppo dei propri progetti è quello dei tre workshop sull’area D3 di Milanofiori Sud, organizzati nel 2011 in occasione della discussione del nuovo PGT del Comune di Rozzano, ai quali hanno preso parte i principali interlocutori pubblici e privati presenti sul territorio, allo scopo di riprogettare in maniera condivisa lo sviluppo dell’area D3.

Ai tre workshop sono stati invitati a partecipare i responsabili dell’ufficio tecnico del Comune, oltre a urbanisti, ambientalisti, l’Associazione Slow Food, l’Azienda Agricola Triulza, la Cascina Sant’Alberto e Comunità Nuova di Don Gino Rigoldi, che operano in quell’area. Ai lavori ha preso parte anche l’etnologo e antropologo Marc Augé – già direttore dell’École des hautes études en sciences sociales di Parigi.

 

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I workshop sull’area D3 si sono tenuti tra giugno a settembre 2011 in tre sessioni collegiali, cui sono stati affiancati incontri ristretti su questioni specifiche. Gli argomenti che hanno caratterizzato i singoli workshop sono stati, in sequenza:

 

- il progetto agricolo e delle aree verdi;

 

- il sistema della mobilità;

 

- il masterplan edificatorio.

 

incontri hanno avuto come focus quello di elaborare un progetto di ampio respiro, in grado di conciliare la vocazione abitativa e insieme agricola del territorio, sia in termini di compenetrazione che di interazione e distinzione funzionale. Ne è risultato un progetto innovativo, che ribalta l’impostazione tradizionale: invece di partire dallo sviluppo edilizio si è parlato dello sviluppo agricolo, di come dovrebbe essere realizzato un sistema agricolo in una situazione di prossimità ad una città. Si è così arrivati a modificare il masterplan precedente, calandolo nella realtà viva del territorio, riducendo il consumo dello spazio e facendo in modo che la parte edificata (di cui circa il 50% destinata ad edilizia convenzionata e il resto a servizi e terziario avanzato) contribuisca alla formazione di una “città nuova”, in connessione con la zona rurale circostante (con 38 metri quadrati di verde pubblico per abitante, quattro volte il valore stabilito dalla normativa vigente).

 

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