Riferimenti metodologici

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La presente edizione della Relazione sociale e ambientale rappresenta l’evoluzione del modello di reportistica adottato a livello sperimentale da Brioschi a partire dal 2011 e attualmente ancora in corso di sviluppo. Tale modello è stato elaborato grazie ad un gruppo di lavoro interno con la consulenza della società Pares (www.pares.it), - con oltre dieci anni di esperienza nel settore della rendicontazione di imprese sociali ed enti no profit.

 

Pur tenendo a riferimento le principali linee guida nazionali ed internazionali per la reportistica sociale e ambientale, rispetto al Bilancio di sostenibilità adottato dal Gruppo Brioschi nel 2009 (che utilizzava lo schema di rendicontazione del GRI[1]), l’attuale modello sceglie la forma della Relazione,  che si caratterizza per una maggiore elasticità nell’utilizzo dei modelli di riferimento, e risulta più coerente e facilmente integrabile con l’attività di comunicazione e rendicontazione economico finanziaria della società.

In particolare, l’adozione dell’attuale modello di Relazione risponde alla esigenza di fornire ai propri investitori un’informativa più completa delle capacità del Gruppo Brioschi di creare valore nel medio e lungo periodo, quali le relazioni e sinergie con gli stakeholder, la capacità di tenere conto delle aspettative sociali e di relazionarsi con il territorio, l’attenzione all’ambiente e l’innovazione progettuale. Tale esigenza ha portato ad orientarsi verso uno strumento rendicontativo che permette l’integrazione tra l’informativa finanziaria e quella sociale e ambientale - modello che si configura ormai a livello internazionale come la naturale evoluzione del bilancio sociale per le imprese quotate in Borsa - e che individua come ambito preferenziale per la collocazione dell’informativa sugli impatti non finanziari dell’attività la Relazione sulla Gestione allegata al documento di Bilancio Economico e Finanziario annuale, secondo le indicazioni introdotte dal d.lgs. 32/2007 nell’art. 2428 del Codice Civile[2].

 

Criteri di predisposizione dei contenuti e calcolo degli indicatori

 

Coerentemente con queste premesse, il documento non aderisce espressamente a nessun modello di rendicontazione sociale e ambientale o integrata.

 

Nella scelta e predisposizione dei contenuti si è tenuto tuttavia conto - quando applicabili - delle indicazioni contenute nelle linee guida per la predisposizione di una reportistica integrata fornite dalla versione finale delThe International Framework,  pubblicato dall’IIRC[3] nel dicembre 2013. Il modello dell’IIRC, infatti, sebbene al momento non sia immediatamente implementabile dal Gruppo, rappresenta un orizzonte di riferimento coerente con le linee di sviluppo del modello attualmente adottato.

 

Per garantire la confrontabilità dei dati, gli indicatori numerici sono stati calcolati in base alle prassi e agli standard internazionali più accreditati, scelti secondo un criterio di applicabilità e significatività dei dati. In particolare, per il calcolo degli indicatori numerici relativi al lavoro si sono tenute presenti, quando applicabili, le indicazioni fornite dai Protocolli del GRI (versione 3.0) Pratiche di lavoro e condizioni di lavoro adeguate (LA). Per gli indicatori relativi agli infortuni, si è fatto riferimento anche alla metodologia di calcolo proposta dalla norma UNI 7249:2007- Statistiche degli infortuni sul lavoro[4], perché più semplice da confrontare, inserendo per raffronto anche gli indici calcolati secondo la metodologia di calcolo proposta dall’ILO[5] e adottata dal GRI.

 

Inoltre, in considerazione della necessità di rappresentare gli impatti sociali e ambientali positivi per la comunità, per la definizione dei relativi indicatori, si è tenuto conto delle indicazioni provenienti dal progetto europeo Community Footprint[6] attualmente in corso di sperimentazione.

 



[1] La Global Reporting Initiative (GRI)  è un’organizzazione non profit, che ha sviluppato una serie di linee guida per la redazione del bilancio di sostenibilità che attualmente costituiscono il modello più adottato a livello nazionale e internazionale. www.globalreporting.org/.

[2] Le modifiche introdotte nel 2007 all’articolo del Codice Civile riguardano la redazione della Relazione di Gestione del bilancio di esercizio. In particolare, si prevede che: “il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato” tale analisi, che deve risultare “coerente con l’entità e la complessità degli affari della società” (…)  “contiene, nella misura necessaria alla comprensione della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione, gli indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti all’attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti all’ambiente e al personale.”

[3]L’International Integrated Reporting Council (IIRC) è un’associazione internazionale che riunisce enti normativi, investitori, imprese, professionisti della rendicontazione ed ONG uniti dalla convinzione che la comunicazione circa la creazione del valore aziendale debba essere il prossimo passo nell’evoluzione del reporting d’impresa. www.theiirc.org.

[4]La norma UNI 7249:2007 definisce l’infortunio sul lavoro nelle sue diverse accezioni e indica i parametri e gli indicatori significativi, utili alla conoscenza del fenomeno infortunistico soprattutto a fini di prevenzione, che permettono la comparazione dei dati a livello settoriale, territoriale e temporale. L’UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - è un’associazione privata senza scopo di lucro fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie - le cosiddette “norme UNI” - in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario (tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico).
Le principali tipologie di soci UNI sono imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e istituti scolastici.


UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) dal marzo 1961 e mondiale (ISO) dal febbraio 1947.

[5] L’International Labour Organization (ILO) è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani, con particolare riferimento a quelli che riguardano il lavoro in tutti i suoi aspetti. www.ilo.org.

[6] Per informazioni sul progetto si veda il sito dell’European business network for CSR www.csreurope.org/ e di Business in the Community www.bitc.org.uk/

 

 

 

 

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